A colloquio con
Pedro Armocida
Direttore Artistico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e consigliere AFIC
1. Dopo quattordici anni come Direttore Organizzativo nel 2015 sei diventato Direttore Artistico del festival, succedendo a Giovanni Spagnoletti. Cos’è cambiato in questo passaggio da un ruolo all’altro?
Sono aumentate le competenze anche se già facevo parte del comitato scientifico del festival da molti anni e ho contribuito alla realizzazione di alcune retrospettive. Ho mantenuto in parte quelle operative (da quest’anno c’è per fortuna un direttore organizzativo, Cristian Della Chiara) mentre sono arrivate tutte quelle che spettano a un direttore artistico. In pratica all’inizio è raddoppiato il lavoro ma credo di essere riuscito nell’impresa soprattutto grazie all’esperienza come organizzatore e al lavoro di tanti anni accanto al precedente direttore Giovanni Spagnoletti, il professore con cui mi sono laureato e da cui ho imparato a mettere in piedi un programma spero di qualità.
2. Dal 17 al 24 giugno 2017 andrà in scena la 53a edizione del Nuovo Cinema di Pesaro. Essere al timone di un evento dalla storia così lunga e importante quali responsabilità comporta e che soddisfazioni regala?
Forse non ci sono parole per descrivere la responsabilità di portare avanti una manifestazione che ha avuto, per esempio, direttori come Lino Miccichè che il festival l’ha fondato con Bruno Torri, Marco Müller, Adriano Aprà, Andrea Martini e appunto Giovanni Spagnoletti. Fare un festival all’altezza di questo glorioso passato, che naturalmente non è fatto solo di nomi di direttori ma soprattutto da quello che sono riusciti a mettere in moto da un punto di vista culturale, oltre ad aver ospitato i più grandi registi della storia del cinema, è la responsabilità più grande e onerosa in un’epoca in cui il formato festival è completamente cambiato. Poi, certo, c’è una certa soddisfazione a vedere la risposta del pubblico che riempie le sale, anche quella dedicata ai dibattiti la mattina, la sera in piazza e pure a mezzanotte con le sonorizzazioni dal vivo.
3. Secondo te, qual è il segreto della longevità della Mostra del Nuovo Cinema?
La ricerca linguistica e di sperimentazione che il festival in ambito filmico persegue da sempre attraverso quello che chiamiamo “nuovo cinema”, che oggi ha perso il suo significato storico pur mantenendo un’idea sempre attuale. Senza però dimenticare tutto ciò che ha fatto grande il festival oltre ai film presentati: i convegni, le tavole rotonde, le centinaia di pubblicazioni, il rapporto cercato con gli studenti e il festival come luogo di incontro di tutta la cinefilia italiana.
4. Lo scorso anno la giuria del festival è stata composta esclusivamente da 16 studenti coordinati dal regista Roberto Andò. Come nasce la decisione di affidare ai ragazzi questo compito e non a una giuria di qualità come solitamente avviene negli altri festival?
Nel mio primo anno di direzione, nella cinquantunesima edizione che abbiamo chiamato di “ripartenza” e per questo denominata “50+1”, ho voluto sottolineare il legame profondo che la Mostra ha avuto e deve sempre avere con il mondo universitario. E visto che l’opinione dei giovani ci interessa molto, non solo a parole, ho pensato che fosse giusto responsabilizzarli con l’istituzione di questa unica giuria. L’esperienza è stata decisamente positiva.
5. In che modo pensi che il progetto #stageinrete possa contribuire ad aprire il mondo dei festival ai giovani?
Penso che la forma stage sia, per chi si affaccia al mondo del lavoro, un’opportunità incredibile. Ed è molto intelligente questa idea che ha avuto l’Afic, di cui sono stato sin dalla fondazione segretario generale e ora membro del consiglio direttivo, di creare una rete di scambio tra i giovani e i festival che non potranno che beneficiare di questa spinta propulsiva piena d’entusiasmo, come i primi dati già ci confermano.
6. Home entertainment, computer, tablet, smartphone… il futuro del cinema è su schermi sempre più piccoli o c’è speranza per la sala? Quali gli interventi di cui il settore avrebbe più bisogno?
L’analisi storica dei dati mondiali ci dice che la sala cinematografica mantiene la sua centralità nel sistema distributivo dei film. L’analisi di quelli italiani fotografa più o meno lo stesso numero di spettatori da dieci anni a questa parte. L’obiettivo di tutti quelli che lavorano per sostenere il cinema, a partire proprio dal MiBACT, è di riuscire ad aumentare il numero di spettatori. Purtroppo non mi sembra che iniziative come quelle del mercoledì a 2 euro siano riuscite in questo intento mentre forse l’introduzione delle materie cinematografiche nelle scuole, come previsto dalla nuova legge sul cinema, potrà dare in un futuro prossimo – lo spero – risultati più positivi.
7. E ora, qualche anticipazione in esclusiva sulla prossima edizione…
Dopo due anni di “sperimentazione” di una sola giuria degli studenti, esperienza ormai consolidata, abbiamo deciso di affiancarne una composta da cineasti che sarà capitanata dal regista portoghese João Botelho, che presenterà anche il suo ultimo film-omaggio al cinema di Manoel De Oliveira. Un tentativo di parlare di cinema anche attraverso i giurati che da noi non saranno semplici giurati… Poi, per quanto riguarda il classico evento speciale sul cinema italiano, ci sarà un focus sull’attore nel cinema italiano contemporaneo che sarà analizzato, in un volume pubblicato da Marsilio che curo insieme ad Andrea Minuz, attraverso tre grandi capitoli: storia, performance e immagine. Ogni giorno, poi, un interprete presenterà al festival una delle sue opere più significative. Sono contento che il primo a rispondere positivamente sia stato Riccardo Scamarcio che è ormai un cineasta dal momento che produce film molto interessanti, penso a Pericle il nero di Stefano Mordini e all’opera prima di Cosimo Terlizzi, regista a cui il nostro festival ha dedicato una retrospettiva nel 2011 a cura di Antonio Pezzuto.
intervista a cura di Francesco Bonerba
Pedro Armocida | Sono nato a Madrid nel 1971, laurea in Lettere alla Sapienza sul cinema della Escuela de Barcelona, direttore artistico di pesarofilmfest.it. Come giornalista e critico scrivo per “Il Giornale” (http://www.ilgiornale.it), “Ciak” (http://www.ciakmagazine.it), “Film Tv” (http://filmtv.press), “8½” (http://www.8-mezzo.it). Dirigo close-up.it, Cura Art Magazine (curamagazine.com), le Edizioni dell’Altana (altana.net). Ho curato il volume Esordi italiani. Gli anni Dieci al cinema (2010-2015) (Marsilio) e, insieme ad altri, Romanzo popolare (Marsilio), Cinema in Spagna oggi (Lindau), Oltre la frontiera. Il cinema messicano contemporaneo (Revolver), Il cinema argentino contemporaneo e l’opera di Leonardo Favio (Marsilio).