È stata presentata venerdì 18 marzo alla Casa del Cinema di Roma la ricerca di AFIC realizzata con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e grazie al contributo di 72 festival associati. Il ”Libro Bianco”, curato da Joana Fresu de Azevedo insieme ad altri sette partecipanti, riassume tutte le fasi del progetto ed è scaricabile in formato PDF e in versione e-book.
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All’incontro, prima occasione d’incontro in presenza di una realtà vitalissima e distribuita su tutta la penisola come sono oggi i festival di cinema, hanno preso parte anche i direttori di tre festival internazionali (Carlo Chatrian per la Berlinale, Giona Nazzaro per il Festival di Locarno e Karel Och per quello di Karlovy Vary), i registi-produttori Marco e Antonio Manetti e la presidente dell’Italian Film Commissions, Cristina Priarone. Bruno Zambardino ha portato il saluto della DGCA e introdotto la giornata di studi insieme alla Presidente di AFIC, Chiara Valenti Omero.
Tra i dati salienti dell’indagine, alcuni acquistano particolare risalto nel fotografare il rapporto, sempre più stretto, tra il territorio e le iniziative culturali: la percentuale di contributi regionali (80,6%) e dei comuni direttamente interessati (60,3%) assegnati nel 2021 ai festival di cinema. I contributi erogati dalle Film Commission abilitate a intervenire a favore dei festival si fissano oggi al 22,2% e solo il 4,2% viene invece da altre realtà locali. Spicca invece il sostegno del Ministero della Cultura che premia ben l’84% delle manifestazioni giudicate di interesse tra quelle che hanno partecipato all’indagine. Risulta carente invece l’investimento privato a favore del comparto promozionale dell’audiovisivo con una percentuale in media inferiore al 50%, sicché il 62,5% dei festival analizzati si regge ancora in prevalenza sui contributi pubblici, nazionali e locali. Il 66,6% dei festival ha organizzato eventi legati al mondo professionale (industry) e il 90,1% si è impegnato in attività legate alla manifestazione nel corso dell’intero anno.
“C’è sicuramente molto da fare – dice Chiara Valenti Omero – nel dare il giusto valore alla realtà territoriale senza la quale nessun festival o iniziativa culturale trova pienamente la sua identità e nessun territorio trova questa stessa identità se è privo di un tessuto culturale originale. Tutto questo non può prescindere dal sostegno pubblico che attesta la qualità delle nostre manifestazioni e in questo senso va il lavoro della nostra associazione da oggi in poi”.